una passione di antica data

Più che un’azienda una grande famiglia, più che un’impresa  un luogo dove si concentrano esperienza, tecnologia e passione.Una passione di antica data e intensità costante, quella che dal 1860 accompagna l’attività dell’Azienda Agricola Bellussi. Nata a Tezze di Piave e cresciuta nel nome della qualità. Nel 2005 l’azienda ha ottenuto la certificazione Iso 9001:2000 da CSQ. L’Azienda è anche luogo di sperimentazione per vari Istituti e Scuole che su filari destinati dai titolari provano nuovi metodi per migliorare sempre più la qualità dell’uva e del vino. L’Azienda coopera da anni con la Scuola Enologica di Conegliano, con l’Istituto Sperimentale per l’Agricoltura di Conegliano, con la Facoltà di Agraria dell’Università di Padova, con il Consorzio di Difesa. Molti istituti tecnici per l’Agricoltura fanno visite di istruzione presso L’Azienda. Siamo stati parte  del progetti di cooperazione della CEE come  il Progetto Leonardo ospitando studenti provenienti da varie parti del Mondo.

una vita per la vite e il buon vino dal 1860

Per la fede a questo impegno di rispetto della vite e dell’uva nell’Azienda i trattamenti antiparassitari sono eseguiti seguendo i criteri della lotta integrata e guidata sotto le direttive tecniche del Consorzio di Difesa di Treviso per garantire minore impatto ambientale e bassissimo inquinamento. Nel 1997 la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Treviso ha premiato con la medaglia d’oro “Fedeltà al Lavoro e Progresso Economico” l’Azienda Agricola Bellussi Agostino e Lamberto con la seguente motivazione:

All’Azienda Agricola Bellussi Agostino e Lamberto artefice nel passato di un sistema di coltivazione della vite diffuso in tutto il nord Italia, è divenuta una moderna azienda vitivinicola adottando i più avanzati sistemi di produzione creando un’efficace rete commerciale.

innovazione e qualità

Molti secoli sono trascorsi da quando, come narra una leggenda, una ricca signora venuta dall’Egitto, carica d’oro, con cammelli e largo seguito e con i figli si fermo’ a Tezze di Vazzola e con la sua progenie diede inizio alla stirpe dei Bellussi. Tuttavia nel tempo il nome Bellussi e’ sempre rimasto legato a Tezze di Piave ed ancora oggi viene associato alle innovazioni ed alla qualita’ nell’ambito dell’attivita’ vitivinicola e dell’allevamento della vite. Qui un tempo su una superficie  di circa 50 ettari di vite, si coltivavano solo uve destinate al taglio, come il Raboso che veniva prodotto in circa 10 mila quintali e costituiva un po’ il simbolo di questa realtà. L’Azienda però non rimase con le mani in mano e cercò di trovare nuove soluzioni. Verso la fine degli anni sessanta, iniziò a diversificare la sua produzione  aggiungendo al Raboso qualche altra varietà.

Ben venti tipi diversi di uva espandendosi fino a raggiungere un’estensione di circa  un centinaio di ettari di terreni propri e  in affitto. Attualmente il panorama della produzione di vini sfusi e in bottiglia propone: i vini bianchi, rossifrizzanti, spumanti e passiti. Uve diverse, vini diversi. Li unisce la scrupolosità con la quale vengono coltivate, scelte, raccolte e imbottigliate; uve destinate a diventare nettare di qualità. Ma un vino si sa non cresce da solo: ci vogliono tempo, cura, passione, e molta pazienza. La competenza, naturalmente, gioca un ruolo fondamentale e in questo caso più che in altri è capacità di aggiornamento, è cultura, è conoscenza di nuovi metodi e delle tecnologie che la ricerca mette al servizio della produzione. Oggi i fratelli Lamberto ed Agostino, con il prezioso aiuto dei figli, si dedicano alla produzione e alla commercializzazione di vini bianchi e rossi, che sono apprezzati in tutta Italia ed anche all’estero.

Le invenzioni : il rimedio contro la peronospora

Ad onore e vanto della famiglia e del paese, é da ricordare che il rimedio contro la peronospora e’ stato scoperto dai Bellussi. Ecco le precise notizie riprese da manoscritti dell’epoca:

Bellussi Girolamo e Antonio, agricoltori veneti di Tezze di Piave (Treviso), acquistarono grandi benemerenze nel campo della viticoltura sia per quanto riguarda i trattamenti antiperonosperici, sia per la coltivazione della vite.

I fratelli Bellussi possono considerarsi in Italia gli antesignani del rimedio iniziale costituito di idrato di calcio per combattere la peronospera. Fra il 1883 e il 1885 (la peronospora comparve per la prima volta in Europa nel 1879) anche in Italia le foglie delle viti attaccate dal tremendo flagello mostravano ovunque i loro nudi tralci e si ritiene che soltanto in Italia Settentrionale i danni risentiti dai vigneti superassero i centocinquanta milioni all’anno, cifra iperbolica se si tiene conto dell’entita’ della valuta in quegli anni.

Mentre la scienza taceva perplessa, i Bellussi si dedicarono a vari esperimenti; nella primavera del 1883 usarono polvere di calcio somministrata alle viti con un comune soffietto; ma poiche’ a parere dei medici tale trattamento avrebbe potuto recar nocumento alla salute degli operai addetti che si rifiutarono di farlo, allora i Bellussi portarono a termine personalmente l’esperimento usando 120 quintali di calce su alcuni dei loro vigneti. I primi risultati non furono molto soddisfacenti.

Perseverando, i Bellussi, nel loro esperimento provarono a somministrare la polvere al mattino, quando ancora le foglie della vite erano bagnate di rugiada e si accorsero che il liquido che si formava (idrato di calcio) valeva molto meglio della polvere a preservare le foglie dall’ingiallimento e dalla caduta. Percio’ nel successivo 1884 applicarono latte di calce ad una vite, all’insaputa di tutti, e ne ottennero risultati insperati. Nel 1885 adottarono il nuovo rimedio su larga scala, con grande successo.

la bellussera

Bellussera: sistema di coltivazione della vite detto anche a raggio largamente diffuso nel Veneto.

Una terza modificazione fu apportata quindi dai Bellussi al loro sistema che per maggior solidità ed anche per risparmio di pali subi’ una trasformazione nella disposizione dei fili di ferro che furono collocati a tre: uno orizzontale e due obliqui su di un piano verticale; le frasche vennero fissate al filo superiore. In riconoscimento di queste benemerenze, Antonio Bellussi venne nominato Cavaliere del Lavoro. I figli di lui Lucia e ing. Girolamo e i cugini Vittorio e Guerrino continuarono le nobili tradizioni familiari, mantenendosi all’avanguardia nella coltivazione della vite e nella produzione del vino. Oggi come allora i fratelli Agostino e Lamberto, figli di Vittorio, continuano a portare avanti con passione, amore l’arte vitivinicola che le e’ stata trasmessa dagli avi.

tradizione e avanguardia

I nostri terreni tutti coltivati a vigneto presentano varie forme di allevamento: bellussera modificata secondo le esigenze attuali, GDC, controspaliera; forme  tradizionali e vigneti nuovi per garantire uve di qualità. Nella nostra Azienda, i trattamenti antiparassitari sono eseguiti  seguendo i criteri della lotta integrata e guidata sotto le direttive tecniche del Consorzio di Difesa di Treviso per garantire un minore impatto ambientale e bassissimo inquinamento. Nella vendemmia, alle braccia, sono state affiancate moderne macchine che rendono più veloce il lavoro; e in cantina un moderno  sistema di pigiatura e vinificazione permette di manipolare grandi quantità d’uva giornaliere mantenendo inalterata la qualità. Tutto il sistema è gestito da un software che ci ha permesso di ottimizzare e razionalizzare al massimo la produzione.

Le prime applicazioni di questo sistema furono sperimentate dai fratelli Girolamo e Antonio, agricoltori di Tezze di Piave (TV). La prima fase di tale sperimentazione consistette nell’alzare le viti a m. 2.50 circa da terra, a fianco di un tutore vivo e piegandole in guisa da formare capi a frutto che venivano fissati per le estremita’ a pali di legno posti alla meta’ dell’interfilare. In tal modo era data la possibilita’ ai tralci fruttiferi della vite di rimanere al di fuori della zona d’ombra prodotta dal tutore vivo. Senonché, essendosi dimostrato tale sistema assai ingombrante e di non troppa solidita’, fu successivamente modificato dagli stessi fratelli Bellussi, ponendo un palo in legno, alto 4 metri, accanto al tutore vivo, quasi per rinforzo. Questo palo aveva la funzione di sorreggere alcuni fili di ferro disposti a raggio congiungentisi ad altri pali in corrispondenza ad ogni capo a frutto. I Bellussi collocarono una piccola frasca che aveva lo scopo di dare la possibilita’ ai germogli di affissarsi. I cordoni, cosi’ sistemati, riuscivano ad assumere direzione obliqua.